Quale punta per trapani scegliere per forare il metallo?
Almeno una volta nella vita ti sarai trovato a pensare a quale potesse essere la differenza tra le varie punte che ci sono su mercato e come possano adattarsi, non solo al tipo di trapano ma anche al tipo di materiale che devono forare. Il metallo è un materiale davvero comune ma presenta delle differenze, importanti da riconoscere. I metalli non sono tutti uguali e per metalli diversi esistono quindi diverse tipologie di punta che garantiscono prestazioni e finiture migliori. Logicamente anche la macchina con cui si effettua un foro ha la sua valenza (ad esempio una macchina CNC avrà prestazioni di gran lunga più performanti di un normalissimo trapano a colonna, di un trapano-fresa o di un trapano/avvitatore) ma oggi non siamo qui a parlare di quello.
Scegliere la punta giusta significa non rovinare l’utensile su cui viene montata ma anche non rovinare il pezzo che si vuole lavorare.
Andiamo quindi a distinguere i vari tipi di metallo che più comunemente troviamo:
- Ghisa
- Acciaio
- Acciai inossidabili
- Metalli non ferrosi
Metalli ferrosi
La prima informazione importante è che l’acciaio è costituito da 2 elementi: ferro e carbonio (Fe +C) e la diversa percentuale di Carbonio unitamente al modo in cui l’acciaio stesso è formato, ne definisce la tipologia. Tecnicamente, se la percentuale di Carbonio è > 2,11%, si parla di ghisa, ovvero “ferro”, materiale povero ma, a volte, ostico da lavorare proprio perché ha molte scorie tra cui materiali abrasivi. Se invece la percentuale di Carbonio è < 2,11%, si parla di acciai. Come “componenti” l’acciaio può avere altri metalli tra cui il Cromo (Cr), che se è presente con una quantità in percentuale > 12%, si parla di acciai inossidabili (acciaio inox).
Gli acciai si possono differenziare anche in base a due processi di produzione:
- Velocità di raffreddamento durante la loro formatura;
- Trattamenti superficiali eseguiti durante le lavorazioni meccaniche (ad es. la tempra).
Metalli non ferrosi
Questa tipologia di materiali si intendono tutti i metalli che non rientrano nel gruppo del ferro o delle sue leghe come: alluminio, rame, argento, oro, piombo, stagno, titanio, i metalli alcalini quali il sodio e il potassio, i metalli alcalino-terrosi come il calcio e il bario.
I metalli non ferrosi presentano le seguenti proprietà:
- Ottimo conduttore termico ed elettrico
- Resistente alla corrosione e all’ossidazione
- Facilmente lavorabile
- Riciclabile
- Leggero
- Non tossico
Per quanto detto finora, come ci sono diversi tipi di metalli, di conseguenza ci saranno anche diverse tipologie di utensili più o meno in linea con la materia su cui lavorare.
Le punte si distinguono per tipologia in base a due caratteristiche fondamentali:
- Angolo del tagliente
- Angolo di inclinazione dell’elica
Come scegliere la giusta punta? In base alla loro truciolabilità. E cosa significherebbe truciolabilità? Significa che si deve scegliere la punta in base all’attitudine del materiale ad essere lavorato mediante specifici utensili da asportazione truciolo.
Di seguito una breve e molto semplificativa guida:
Che punta scegliere per i diversi tipi di materiali?
Materie plastiche
Angolo del tagliente 80°
Punta specifica o eventualmente una in HSS
( per forature non impegnative e con macchine portatili usare pure punte in HSS )
Leghe leggere
Angolo del tagliente 140°
Su spessori importanti, visto che sono materiali tendenzialmente teneri che tendono ad impastarsi, meglio una punta specifica con elica allungata per espellere il più velocemente il truciolo.
Se gli spessori sono esigui e non si ha altro a disposizione, eventualmente anche in HSS.
( per forature non impegnative e con macchine portatili usare pure punte in HSS )
Punta specifica 114200
Ghisa e Acciaio
Angolo del tagliente 118°
HSS
Art. Nr.
114020 ( esecuzione rullata )
114030 ( esecuzione rettificata)
114150 ( esecuzione rettificata)
ALTERNATIVA RIVESTIMENTO ALTiN 114360 ( esecuzione rettificata)
Acciaio Inox
Angolo del tagliente 130°-135°
HSS con almeno 5% se si fora inox occasionalmente; decisamente meglio le punte all‘8% cobalto se si fora prevalentemente inox.
Si può optare anche per punte che hanno dei rivestimenti specifici superficiali
Art. Nr.
114405
114550 ( Co8 )
esempi
Un piccolo cenno ai rivestimenti superficiali delle punte: sono dei rivestimenti/strati superficiali che posti su una minima parte dell’elica o sull’intera elica e le donano una specifica colorazione (uno tra tutti il classico TiN, nitruro di titanio, di colore giallo).
A cosa servono? Servono per aumentare la durezza nella zona rivestita e, quindi, la sua resistenza all’usura).
Servono realmente? Se voglio che la punta mi duri di più, si, serve, e molto.
In generale, se non si deve forare un lamierino di qualche decimo o mm, è sempre meglio lubrificare con dell’olio da taglio ed è sempre bene controllare le velocità di rotazione (sotto i 1000 rpm) in maniera tale da non rovinare i taglienti della punta o “bruciare” il materiale che stiamo lavorando.
Per la propria sicurezza e per effettuare una foratura abbastanza precisa, sarebbe anche utile tener serrato il pezzo con una morsa.